Facciamo un esempio: La rosa dell' ancella.
"La rosa" è il soggetto.
"dell'ancella" è complemento di specificazione.
In italiano, dunque, individuiamo la parola che assume la funzione di soggetto dall'articolo (in questo caso "la") e la funzione di complemento di specificazione dalla preposizione (in questo caso "dell'") dalla preposizione.
Lo stesso vale se diciamo: l' imperatore diede l'ordine all'esercito.
"L'imperatore" è il soggetto.
“diede” è Predicato verbale.
"l'ordine" è complemento oggetto.
"all'esercito" complemento di termine.
IN LATINO, invece, la funzione logica di una parola non è espressa dall'articolo e dalle preposizioni ma dalla terminazione o uscita.
Dunque, siccome è la parte finale della parola a mutare, le parole latine sono costituite da 2 parti:
1) Parte immutabile: tema
2)Parte variabile: desinenza
Facciamo un esempio: maestra= magistr-a (magistr- (tema) - a(desinenza).
In latino i cambiamenti di una desinenza sono detti casi e il loro insieme si chiama declinazione.
I casi latini sono 6 e corrispondono alle funzioni logiche dell'italiano:
1)nominativo (latino) corrisponde alla funzione di soggetto (italiano) - esempio: l'imperatore comanda.
2)genitivo (latino) corrisponde alla funzione di comp. di specificazione (italiano)- esempio: la rosa dell'ancella
3)dativo (latino) corrisponde alla funzione di comp. di termine (italiano)- esempio: diede ordini all'esercito.
4)accusativo (latino) corrisponde alla funzione di comp. oggetto (italiano) - esempio: la maestra loda l'alunna.
5)vocativo (latino) corrisponde al comp. di vocazione (italiano)- esempio: o re, guidaci! (*in genere il vocativo si trova dopo la virgola).
6)ablativo(latino) comprende più complementi in italiano (comp. di mezzo, di causa, di allontanamento, di compagnia, di modo)- esempio: Orna l'altare con le rose/ combatte per la gioia/ la maestra è con l'alunna.
"L'imperatore" è il soggetto.
“diede” è Predicato verbale.
"l'ordine" è complemento oggetto.
"all'esercito" complemento di termine.
IN LATINO, invece, la funzione logica di una parola non è espressa dall'articolo e dalle preposizioni ma dalla terminazione o uscita.
Dunque, siccome è la parte finale della parola a mutare, le parole latine sono costituite da 2 parti:
1) Parte immutabile: tema
2)Parte variabile: desinenza
Facciamo un esempio: maestra= magistr-a (magistr- (tema) - a(desinenza).
In latino i cambiamenti di una desinenza sono detti casi e il loro insieme si chiama declinazione.
I casi latini sono 6 e corrispondono alle funzioni logiche dell'italiano:
1)nominativo (latino) corrisponde alla funzione di soggetto (italiano) - esempio: l'imperatore comanda.
2)genitivo (latino) corrisponde alla funzione di comp. di specificazione (italiano)- esempio: la rosa dell'ancella
3)dativo (latino) corrisponde alla funzione di comp. di termine (italiano)- esempio: diede ordini all'esercito.
4)accusativo (latino) corrisponde alla funzione di comp. oggetto (italiano) - esempio: la maestra loda l'alunna.
5)vocativo (latino) corrisponde al comp. di vocazione (italiano)- esempio: o re, guidaci! (*in genere il vocativo si trova dopo la virgola).
6)ablativo(latino) comprende più complementi in italiano (comp. di mezzo, di causa, di allontanamento, di compagnia, di modo)- esempio: Orna l'altare con le rose/ combatte per la gioia/ la maestra è con l'alunna.
Nessun commento:
Posta un commento