In latino, diversamente dall'italiano, le vocali si distinguono in base alla quantità (detta anche "tempo di pronuncia").
Le vocali latine, dunque, si distinguono in:
brevi
lunghe
ancipiti.
La quantità della vocale determina la quantità della sillaba:
Una sillaba è breve se contiene una vocale breve.
Una sillaba è lunga se contiene una vocale lunga o un dittongo.
L' accentazione è regolata da 3 leggi fonetiche:
Legge del trisillabismo: l'accento non può cadere oltre la terzultima sillaba (es. circùmfero)
Legge della baritonesi: l'accento non cade mai sull'ultima sillaba (es. vìrtus (virtù) o ègo (io),
Legge dell'ènclisi: se in una parola troviamo l'aggiunta della particella priva di accento (detta enclitica), l'accento cade sull'ultima sillaba della parola, anche se questa è breve (es. rosaque: la "a" ha accento breve).
Legge della penultima: per stabilire l'accento di una parola di 3 o più sillabe si deve osservare la quantità della penultima:
se la penultima è breve, l'accento cade sulla terzultima (es. "deprimo" con la "i" breve si pronuncia "dèrpimo")
Se la penultima è lunga, l'accento cade sulla penultima (es. "depromo" con la "o" lunga si pronuncia "depròmo").
se la penultima è lunga, l'accento cade sulla penultima
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